fbpx

Serra e Bruno di Colonia.

Il 6 ottobre 1101 Bruno di Colonia, un eremita venuto a cercare in Calabria quella solitudine che aveva trovato a Chartreuse, presso Grenoble, lasciava questa terra per il cielo.

Serra San Bruno e Bruno di Colonia

La sua ricerca di Dio veniva ereditata dai sei compagni che l’avevano seguito da Grenoble e dagli altri che si erano aggiunti nei circa undici anni di vita contemplativa nell’eremo di S. Maria de La Torre.

Alla Chiesa, Bruno di Colonia lasciava una nuova famiglia religiosa che per nove secoli ha contato tra i suoi membri uomini di grande valore spirituale, anche se vissuti nel nascondimento a loro imposto dalla regola certosina.

Laghetto di Serra San Bruno

Bruno è stato il padre di un nuovo ordine monastico – quello certosino -, che può vantarsi di non aver mai subìto riforme nella sua vita nove volte secolare: “Cartusia numquam reformata quia numquam deformata”.

E ancora oggi i Certosini sono e vivono come li volle Bruno di Colonia.

Ma Bruno non fu soltanto il fondatore dei Certosini. Fu anche colui al quale la cittadina di Serra deve le sue origini.

Quando il Gran Conte Ruggero diede in possesso a Bruno e ai suoi seguaci il terreno di S. Maria del Bosco per poter vivere in solitudine, diede agli eremiti anche alcuni uomini che li aiutassero nei vari servizi, provenienti da Stilo, SquillaceTropea e Vallelonga e da altri centri che si affacciano sul golfo di Squillace.

In Calabria si trova il primo monastero certosino d’Italia e secondo in Europa dopo quello di Grenoble in Francia ⇒ Certosa di Serra San Bruno

Il nome di Serra, però, non appare subito: esso non si trova né nei diplomi del Gran Conte Ruggero né nei diplomi del Re Guglielmo e di Federico II né nei Registri Angioini del 1276. Si trova invece citato per la prima volta in un documento del 1443, insieme con quello di “Spatula“. Poi il nome di Serra, da solo o con l’articolo, “La Serra“, viene usato sempre più abitualmente nei documenti storici.

Non si può datare con sicurezza la nascita di Serra, anche perché sorse in modo insensibile e quasi inosservato.

Ma una cosa è certa:
la cittadina è sorta all’ombra della Certosa e con essa ha avuto, nel corso dei secoli, un rapporto che non ha l’uguale nella storia delle altre Certose sorte in Europa.

Gli abitanti di Serra considerano da sempre la chiesa di S. Maria del Bosco come la culla della loro cittadina.

Santuario S. Maria del Bosco. Ph by Fanpage Santuario

Passaparola: condividi subito nei canali social

Facebook
WhatsApp
Email
Twitter

E’ soprattutto nei giorni di lunedì e martedì di Pentecoste che, per una tradizione che si ripete dal 1505 – anno in cui furono ritrovate le ossa di Bruno di Colonia -, la chiesa di S. Maria è visitata dai Serresi e da quanti accorrono dai paesi limitrofi per onorare le reliquie del Santo.

Sia nella festa di Pentecoste che nella festa del 6 ottobre, quando il busto in argento di S. Bruno si porta nella chiesa matrice, i Serresi esprimono da sempre il loro affetto “lanciando” verso il santo confetti da ogni angolo e da ogni via.

L’attaccamento dei Serresi verso S. Bruno e i Certosini trova la sua espressione anche nell’affetto con cui vengono circondati Padri e Fratelli quando scendono in paese per qualche motivo o quando, durante la passeggiata settimanale, qualche cittadino di Serra li incontra nei viottoli di campagna o nei sentieri di montagna.

Serra San Bruno. Ph by Proloco Serra

Ma c’è un fatto che dimostra, se ancora ve ne fosse bisogno, l’affetto dei Serresi al loro Patrono.

Quando il 30 giugno 1862 il Ministero dell’Interno inviò da Torino ai prefetti del Regno norme e suggerimenti perché venisse mutata la denominazione di alcuni Comuni delle rispettive provincie che avevano lo stesso nome di altri municipi del Regno, unanime fu la decisione di inoltrare a Vittorio Emanuele II, Re d’Italia, la richiesta per aggiungere al nome di Serra anche quello di S. Bruno, a dimostrazione dell’amore e della devozione verso colui che, indirettamente, fu il fondatore della cittadina. Il Sovrano accolse la richiesta dei Serresi col Decreto Regio firmato a Torino e datato 23 gennaio 1863.

Serresi e non Serresi continuarono ancora, per brevità, a parlare di “La Serra”, ma dal 1863 il nome esatto di questa cittadina che sorge nel cuore delle Serre calabre è SERRA SAN BRUNO.

Anche nel nome, oltre che nella storia, Serra e S. Bruno sono indivisi e indivisibili.

Articolo (tratto dalla rete) di Leonardo Calabretta, sacerdote dell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace.

Scopri i percorsi naturalistici e religiosi della Calabria

Tra storie e leggende, tra bellezze naturalistiche e viaggi spirituali, la Calabria è da millenni una terra di storia e arte, ricca di cammini e sentieri, scopriamoli insieme.